Cuperlo: un padre chiamato alla guida del PD

L’impostazione data da Cuperlo alla corsa congressuale suona così: un padre attaccato ai valori della famiglia che deve prendere le redini del partito in quanto tutti ne conosciamo già i trascorsi.

“Arriva sempre il momento nella vita di un uomo o di una donna in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità, affrontare con coraggio una scelta in grado di cambiare la propria vita e quella degli altri.”

Il sito http://www.giannicuperlo.it/ apre intelligentemente in questo modo. In alto, troviamo un timer che scorre mostrando il tempo restante per le primarie. In generale la presentazione web è completa è ben strutturata. Ogni sezione è chiara e facilmente confutabile. Lo slogan mi ha piacevolmente sorpresa: “BELLO E DEMOCRATICO – IL TUO PD PER IL PAESE DI TUTTI”.

Sullo sfondo della originale scritta, vi è una raffigurazione stilizzata della penisola italiana, ricoperta di concetti positivi che il candidato si offre di supportare: merito, equità, sud, laicità, famiglia, dignità, europa, innovazione ecc…

Image

Alla domanda “perchè ti candidi”, una delle questioni fondamentali che un bravo spin doctor deve saper preparare, corrisponde una profonda risposta, fatta di sostantivi e aggettivi secchi e chiari, corredati di relativa breve spiegazione.

ComunitàRadicatoPartecipatoDinamicoMolteplicePronto, CoerenteTrasparente, Europeo.

Nove obiettivi da raggiungere per risollevare un PD sfaldato; ma questo l’ho detto io!

Si, perché la curiosità è che tra le parole di Cuperlo non compare mai nulla ad accezione negativa. Tutto è messo in positivo, in creativo, volto in avanti. Un partito che ascolterà le associazioni, i gruppi e le comunità; che sarà radicato sul territorio per dare voce alla partecipazione locale. Un PD che si muove, aperto e infondo alla lista, Europeo.

Non ho riscontrato traccia nelle parole del candidato di storytelling… Si accenna solo lievemente e superficialmente alle bruttezze del partito e al passato travagliato. Una ottima strategia che ha messo in buona luce il candidato, almeno ai miei occhi. Sicuramente il pacifismo di Cuperlo può essere visto di buon occhio dai numerosi tesserati che hanno malsopportato le vicende intestine del partito, e che prediligono la coesione piuttosto che la rottamazione renziana. Questo apre un piccolo file doveroso da menzionare. Numerosi studi di cui si è occupata una geniale addetta ai lavori, Donatella Campus, hanno riscontrato che le dialettiche delle correnti di sinistra e di destra sono sì molto variegate, ma anche riconducibili a due distinti atteggiamenti: sinistra si predilige il dialogo, mentre a destra si punta tutto sul dualismo “candidato cattivo/candidato buono”. Mi sono appena concessa una enorme licenza poetica, ovvero quella di sintetizzare anni e anno di studio di comunicazione in pochissime parole. Il concetto tuttavia resta lo stesso.

Quanto detto ci dice molto anche sugli altri candidati in corsa. Lo stile renziano, riassumibile all’aggressivismo di Rowe differisce decisamente dal sinistrismo compagnone di Civati. Quanto a Cuperlo, lo collochiamo in una posizione intermedia tra i due, in attesa di passare in analisi la presentazione di Pittella.

Una campagna soft, intermedia e nella media. Ci sono tutti gli ingredienti per poter raggiungere ottimi risultati, se teniamo a mente che l’elettorato chiamato è decisamente selezionato perché tesserato al partito. A differenza degli altri due, Cuperlo non si presenta con una posizione squisitamente ideologica. Il fatto di poterlo naturalmente affiliare ad un partito che raccoglie le più variegate sinistre senza etichettarlo a nessuna di queste, fa di lui una personalità omogenea e adatta all’elettorato. Bisognerà tenere d’occhio gli sviluppi, la sua presenza sul territorio e sui media. Bisognerà sempre valutare gli effetti delle mosse degli altri tre sfidanti. Ma, tutto sommato, ritengo la valutazione della campagna, decisamente adeguata.

Image

Civati e la sua comunicazione: partecipazione e autofinanziamento

Capitolo 2. Analizziamo il candidato Civati. Poco mainstream ma abilmente dotato di alcuni strumenti per la corsa alle primarie del PD previste per il prossimo 8 dicembre 2013 (Art.1 Regolamento per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea nazionale).

Come sempre, alcune informazioni tecniche: la campagna è coadiuvata dall’Associazione PEOPLE di cui ho trovato solo un comunicato di G. Guidi che enuncia il suo incarico di Tesoriere tramite la pagina Facebook “Umbria per Civati”. Questo perché l’organizzazione si basa sul meccanismo dell’autofinanziamento attivato tramite pagamento online sul sito e possibilità di transazioni bancarie. Non ho trovato altro su i suoi curatori della campagna; a tale proposito vi chiedo di segnalarmi notizie in merito, SVP. Tutto parte da http://civati.it/ : sulla home appare lampante una sua foto su uno sfondo di colori caldi. Da ciò che si legge in basso, punta tutto sull’adesione di chi naviga. Bacino di utenza selezionato: ricordiamo brevemente che nonostante gli sforzi, l’Italia consta di un digital divide da brividi e che chi naviga e sostiene tramite PayPal o circuiti Mastercard campagne di ogni tipo, non è esattamente la maggiorparte della popolazione iscritta al Partito Democratico.

           Image

Lo slogan non brilla di originalità. “Le cose cambiano cambiandole” suona come “l’appetito vien mangiando”. Questo va detto. Non ha forza, simbologia, orecchiabilità. Una comunicazione carente di forza virale che, il candidato, in quanto “perdente” dal punto di vista della posizione assunta nei confronti del vincente Renzi, dovrebbe invece opporsi tramite una risposta fuori dagli schemi. Dopo qualche giorno trascorso a spulciare qua e la, non ho potuto reperire una grande mole di materiale. Il candidato sembra non disporre di mezzi prorompenti ma valuterei complessivamente buona l’attenzione dedicata alla mailing list (almeno una mail al giorno), alla partecipazione e al blog.

Per scindere dalle facili passioni politiche, per cui ogni elettore ha a cuore un candidato, le dichiarazioni di Civati sono chiare: nessuna corrente dentro al partito ma sicuramente un’apertura a sinistra, verso il collega Vendola… e dunque, la domanda: che possa Nichi venire incontro alla corsa alle primarie di Civati mettendo in campo il suo noto capitale comunicativo? Ai posteri l’ardua sentenza.

Io non amo sparare previsioni, ma leggendo i giornali di oggi, il futuro mi sembra di già abbastanza chiaro.

Le parole sono importanti, caro Odifreddi

Rubo il titolo di un testo di comunicazione politica decisamente interessante di Giansante:(http://gianlucagiansante.com/2011/05/12/le-parole-sono-importanti/). Ma le rubo anche a Nanni Moretti in Palombella del 1989. C’è una infinita rassegna di citazionari sull’argomento; dunque, si, le parole sono davvero importanti. Queste vanno pesate ed esaminate con cura perché quando vengono fuori con leggerezza, possono creare dei veri polveroni!

Quest’oggi un matematico di stimato rispetto è sotto il mirino di tutta l’opinione pubblica per una frase che riporto:

Non entro nello specifico delle camere a gas, perché di esse ‘so’ appunto soltanto ciò che mi è stato fornito dal ‘ministero della propaganda’ alleato nel dopoguerra. E non avendo mai fatto ricerche al proposito, e non essendo comunque uno storico, non posso far altro che ‘uniformarmi’ all’opinione comune. Ma almeno sono cosciente del fatto che di opinione si tratti”

La valanga di cinguettii, articoli, riposte e sfottò ha sommerso il matematico che seccamente risponde:

“Capisco che mantenere un barlume di lucidità in tempi come questi possa costare fatica, ma io non voglio essere coinvolto in questo gioco al massacro e non accetto che le cose che dico possano essere ridotte a uno scambio di ‘cinguettii’ da parte di chi non parla più se non in frasi da 150 caratteri”

Bastano poche battute per capire che Odifreddi è decisamente consapevole delle parole che pronuncia e che scrive. Non lo è altrettanto per il codice di linguaggio da adottare in una situazione mainstream. Quello dello sterminio ebreo è da sempre un tema difficile di cui parlare, soprattutto se di mezzo c’è una corrente negazionista che rema contro. Mi avvilisce che uno studioso di scienze esatte come la matematica, che per definizione non è un’opinione, proferisca con tanto gelo un’affermazione così schiacciante. Non appartengo a quella massa di persone che si ricorda dello sterminio nazista nei giorni della memoria e ignora tutte le violenze che si perpetuano per il mondo quotidianamente; sarebbe di una pochezza intellettuale mostruosa! Siamo tutti coscienti del fatto che odio e violenza fanno parte dell’umanità; ma se c’è una violenza ancora più forte di quella degli uomini su altri uomini, questa è proprio l’assassinio della memoria. Cancellare il passato svilendo il dolore altrui, è un crimine contro l’umanità tanto quanto il genocidio. Certi fatti non vanno sminuiti, ma raccontati al mondo per renderlo cosciente che non devono ripetersi mai più. Armeni, Coreani, Congolesi, Ebrei, Sudeti.. Non posso finire nell’oblio generato dalla miscredenza di celebrities pubbliche. Gli utenti sono facilmente influenzabili, e poche parole come “le camere a gas sono un’opinione” hanno un peso gravissimo se pronunciate nell’agorà pubblica, che sia reale o digitale.

Per cui, carissimo Odifreddi, tieniti stretto l’odio che hai generato in un momento storico così cieco, come lo definisci tu, e impara che sei liberissimo di pensare cosa vuoi, ma non di dirlo dove ti pare, perché in quel caso, te ne accolli le conseguenze, anche se queste constano solamente di 140 caratteri.

R020_jpg  Mauthausen non è un’opinione.

Le primarie del PD. Ci piace o no il Renzi style?

Sull’argomento l’opinione pubblica, ma ancor più quella di nicchia, sembra discorde. Non è una novità certo! Ma balza subito all’occhio chi polemizza su questo, chi si complimenta per quell’altro.

Diamo innanzitutto un po’ di dettagli.  La campagna è diretta da Proforma, http://www.proformaweb.it/ , una ottima agenzia di comunicazione che si è occupata tra gli altri anche di Vendola o Serracchiani, per citare qualche lavoro.

Il messaggio consiste in una serie di dualismi tra un termine negativo scritto al contrario e il suo opposto scritto invece linearmente. Sotto lo slogan, l’hashtag e il nome del candidato. Di primo impatto l’idea sembra buona: colori (stile campagna Vendola 2010, vd immagine), giochi di parole, vicinanza alle questioni della gente.. Insomma, la prima cosa che ho pensato è stata “Bella idea!”.

ImageImage

Non sono tutti di questo parere. Qualcuno scrive che l’idea sembrerebbe buona se non fosse che presuppone che l’elettore abbia tempo per fermarsi a leggere le cose scritte al contrario e che tale gioco non sia comprensibile subito, di impatto.  Anche la presenza dell’hashtag sembra targetizzare ulteriormente il pubblico a cui è rivolto, perché sappiamo bene che i fruitori di Twitter sono persone selezionate e non costituiscono un bacino d’utenza ampio come quello di Facebook. Inoltre l’errore potrebbe essere quello di sottovalutare l’importanza, riscoperta non di recente, del manifesto, che è di impatto immediato, balza all’attenzione dei passanti e deve distinguersi nel caos della routine urbana.

A chi muove queste critiche, sensatissime peraltro, risponderei che evidentemente l’intento è quello di prendere voti da determinate fasce di elettori e di non fare l’obsoleto pigliatutti, o forse si. Se si è trattato di una “svista” non ci è dato saperlo. Tuttavia non me la sento di aggregarmi alla controparte che boccia il nuovo slogan dell’asfaltatore rottamatore ora dirottatore, tranne per una cosa: Image

Lo sfondo azzurro è un chiaro richiamo al protagonista del messaggio veicolato. Gli esperti di comunicazione politica sanno bene che molto spesso negare un’accusa rivolta a un candidato ha l’effetto di ingigantire ulteriormente la questione. Si avverte poi un senso di reflusso e stanchezza verso le vicende del Cavaliere e dunque l’unica nota negativa verte principalmente su questo.

E voi? Cosa ne pensate?